Al Festival della Bellezza di Verona Alessandro Baricco accompagna gli spettatori in un viaggio speciale. Lo scrittore, in Arena narratore teatrale, esplora il significato del tempo traendo ispirazione da due eventi storici. In quale modo furono comunicati il maldestro tentativo di fuga di Re Luigi XVI e gli ultimi sei giorni di vita di Tolstoj? Perché i racconti delle due fughe ispirarono una rete intricata di destini con il diffondersi delle notizie nel tempo? Come accade nei romanzi polizieschi, è evidente quale sia stato il percorso di sfasamento e allineamento temporale.
C’è solo un momento della nostra vita in cui tempo vissuto e tempo reale coincidono. Nel corso della lectio teatrale il professor Baricco lo analizza attraverso brani di letteratura classica, leggendo García Márquez, Shakespeare, Rostand e Omero.

Alessandro Baricco in Arena
Il momento in cui il tempo si allinea è il momento dell’amore. Il tempo degli innamorati si cristallizza e tutto ciò che sta attorno a loro vive in una dimensione diversa. Non c’è più ritardo rispetto al tempo. Quando i due amanti riescono ad amarsi sono nello stesso attimo.
In L’amore ai tempi del colera il protagonista Florentino ama Fermina da sempre, ma tempo e amore trovano contemporaneità solo nel tramonto della loro vita e quando non possono sbarcare perché la nave su cui viaggiano issa la bandiera del colera.
In Romeo e Giulietta lo slittamento temporale di un istante distrugge i due amanti.
Con Cyrano de Bergerac vediamo i tempi allinearsi alla fine e per poco perché lui muore.
Nell’Odissea i tempi dell’amore di moglie e marito ricoincidono dopo un bagno di sangue, l’intervento del figlio e l’espediente del letto ricavato nell’olivo. Davvero lui è Odisseo e lei, Penelope, non è stata con altri.
Viviamo il dramma del tempo tutta la vita. Non ce la facciamo a stare nel “qui e ora”, siamo costantemente proiettati nel passato o nel futuro. L’unico momento in cui riusciamo a vivere il presente è nell’amore.

Cristiano Zanolli premia Barbara Alberti vincitrice di Scrivere per Amore
Ma c’è chi solo sfiora quest’attimo fuggente d’amore. Ce lo spiega la scrittrice Barbara Alberti premiata alla vigilia della nuova chiusura nazionale dei Teatri. La vincitrice del premio letterario internazionale Scrivere per Amore spiazza la giuria della XXV edizione con il suo irriverente e gustoso Mio Signore. In diretta on line sul maxischermo della Sala Maffeiana del Filarmonico di Verona la scrittrice ci racconta di Maria, la sguattera del bar orgogliosa d’essere l’unica testimone del dio perdente che lei ravvisa nell’attempato giovanotto garzone della lavanderia.
Maria è l’amore puro, troppo difficile da comprendere. Andrea, nonostante la metamorfosi, resta il solito maschio che cede agli istinti rinunciando all’amore disinteressato per poi rimpiangerlo. È lo sfasamento temporale di chi è già proiettato nel passato, passando prima per il futuro.
Leave a Reply