PORTOGALLO: MINHO E DOURO. PIGIATURA CON I PIEDI E VINI D’AUTORE

Il Portogallo ha una doppia anima enologica che seduce sia chi cerca vini potenti e strutturati sia chi preferisce freschezza e sottigliezza aromatica. Da un lato il Douro, terra di terrazze scavate nello scisto, viti secolari e vini profondi; dall’altro il Minho con il suo Vinho Verde, dove l’Alvarinho regala vini salini, sfaccettati e vivaci. 

Le due cantine che ho visitato incarnano perfettamente queste polarità: Quinta do Crasto rappresenta la forza del Douro, Quinta do Soalheiro l’eleganza dell’Alvarinho.

Quinta do Crasto — il Douro in bottiglia 

Quinta do Crasto è una di quelle aziende che ti mettono davanti il paesaggio prima ancora del vino: vigneti terrazzati che scendono verso il fiume Douro, esposizioni ripide, suoli di scisto che conferiscono struttura e mineralità. L’impressione è di antica continuità produttiva unita a cura moderna in vigna e cantina.

Cosa mi ha colpito all’assaggio e in abbinata al pranzo dedicato a base di aperitivi stuzzicanti, carni arrosto e formaggi stagionati:

  • Vini rossi intensi, spesso con frutta nera matura (amarena, prugna) e note speziate (pepe, tabacco, liquirizia).
  • Struttura tannica definita e buon potenziale di invecchiamento: non sono vini “facili” immediatamente, ma che ricompensano l’attesa.
  • Alcune etichette provengono da vigne molto vecchie e portano una concentrazione e una complessità notevoli; il calore del Douro si sente, ma sempre bilanciato da acidità che mantiene il vino vivo.

Visita in cantina:

  • Un panorama memorabile e una combinazione di tradizione e tecnica moderna in cantina: tini in cemento o acciaio, legno dove serve, attenzione alla selezione delle uve.
  • Fotografia, scenografia. Le terrazze del Douro sono uno spettacolo e percorribili sui terrazzamenti.

Quinta do Soalheiro — l’eleganza dell’Alvarinho 

Quinta do Soalheiro si trova nel nord, nella zona di Monção e Melgaço, ed è famosa per avere contribuito a valorizzare l’Alvarinho (detto anche Albariño in Spagna) come vino da espressione territoriale. Qui il clima più fresco, i suoli spesso granitici e l’esposizione creano vini di grande nervo, freschezza e profumi primari.

Cosa mi ha colpito nei tanti assaggi:

  • Bocca immediatamente fresca: agrumi (limone, pompelmo), frutta a polpa bianca (pesca) e note floreali (fiori bianchi).
  • Una spinta minerale e una salinità che rendono l’Alvarinho particolarmente versatile a tavola.
  • Anche le versioni più strutturate mantengono precisione e tensione; alcuni esempi offrono una splendida combinazione di sapidità e frutto concentrato.

Consigli di degustazione e abbinamento suggeriti dai sommelier della tenuta:

  • Perfetto con frutti di mare, ostriche, sushi, ma anche con antipasti a base di verdure e piatti della cucina asiatica.
  • Le versioni più complesse si sposano bene con carni bianche e persino con piatti al curry delicati.
  • Le etichette “Primeiras Vinhas”, selezione di vigne vecchie, sono gli esempi più espressivi del terroir.

Visita in cantina:

  • Qui l’attenzione è alla pulizia aromatica e alla precisione in cantina: fermentazioni controllate, alcune sperimentazioni importanti ma sempre al servizio del vitigno.
  • Anche il paesaggio è diverso dal Douro: meno terrazze rocciose e più verde morbido, un’altra luce sul vino.

In poche parole, dal taglio romantico: Quinta do Crasto è il romanzo epico del Douro — corpo, storia, profondità — mentre Quinta do Soalheiro è un racconto in versi dell’Alvarinho — nitidezza, aroma e grazia. Entrambe dimostrano quanto il Portogallo sappia offrire vini di grande personalità, capaci di conquistare palati diversi.

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Sono imprenditore nel settore metalmeccanico per la ristorazione professionale e da oltre trent’anni seguo l’omonima azienda di famiglia, riferimento industriale del Made in Italy dal 1952. Leggi tutto

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