PIGIATURA CON I PIEDI E VINO STRAORDINARIO
Ho studiato un itinerario di tre giorni per visitare alcuni dei migliori produttori di vino nella splendida Valle del Douro, in Portogallo. Oltre al notissimo Porto e ai vari tagli bordolesi, ogni giorno c’è l’opportunità di assaporare diverse varietà di vini bianchi e rossi autoctoni, tra cui Touriga Nacional, Tinta Noriz, Malvasia Fina, Viosinho, partecipando a visite organizzate e degustazioni guidate.
La regione del Douro offre una varietà di produttori di vino che si distinguono per la qualità e l’innovazione. I sommelier di tutto il mondo riconoscono i produttori elencati come alcuni tra i migliori e che contribuiscono a mettere in luce l’eccellenza vinicola del Portogallo.
La mia esperienza:
– Poḉas (Oporto): visita + degustazioni Porto riserva di propria produzione
– Caves de Raposeira: degustazione spumanti. La cantina offre una tra le più rinomate espressioni nazionali di metodo classico
– Quinta do Bomfim: cena gourmet con abbinamento degustazione vini (vari produttori)
– Quinta do Vale Meão: visita, degustazione vini di propria produzione
– Quinta da Pacheca: cena gourmet con abbinamento degustazione vini di propria produzione (consiglio di evitare il pernottamento nella tenuta, è una costosa trappola per turisti)
Altre cantine:
– Quinta do Crasto: è tra le prime 15 cantine del mondo, ma non mi è stato possibile visitarla (bisogna prenotare mesi prima)
– Quinta do Noval: una delle cantine più rispettate della regione, famosa per il suo Porto Vintage e per l’allevamento sostenibile.
Se posso suggerire, una approfondita visita alla città di Oporto è cosa buona e giusta e in questo è venuta in soccorso Elena Ferraro. Una giovane e preparata guida italiana che vive in Portogallo da sufficienti anni per conoscerlo piuttosto bene e per svolgervi attività di Tour Guide.
La pigiatura con i piedi
In alcune aree del Portogallo, in particolare nella regione del Douro, la vendemmia tradizionale prevede la pigiatura dell’uva con i piedi. Questa pratica, che risale a tempi antichi, viene ancora eseguita in alcune cantine, in particolare per la produzione di vino di Porto.
Molti tour del vino portoghesi includono addirittura la partecipazione alla vendemmia tradizionale, compresa la pigiatura con i piedi.
Le uve raccolte vengono riversate in grandi vasche di pietra, i “Lagares”. Qui i vendemmiatori calpestano l’uva a piedi nudi e rompendo le bucce ne estraggono il succo. La pigiatura con i piedi è una grande e antica tradizione culturale, che parrebbe dare al vino un sapore unico e caratteristico.
Il calpestio con i piedi, mi spiegano in Quinta do Vale Meão, contribuisce a rilasciare aromi e sapori più complessi dal succo d’uva e può essere considerata un metodo più naturale e sostenibile rispetto alla pigiatura meccanica, che comunque molte cantine oggi utilizzano nel Paese.
Tradizione e qualità
Il Portogallo è storicamente conosciuto per i suoi vini iconici come il Porto e il Madeira, apprezzati in tutto il mondo. Tuttavia, negli ultimi anni il Paese ha conquistato anche una reputazione di tutto rispetto per la produzione di vini fermi da tavola, in particolare rossi di alta qualità. Nonostante le sue dimensioni ridotte, il Portogallo vanta circa 200.000 ettari di vigneti e una produzione annua di circa 6 milioni di ettolitri, pari a quasi un quinto di quella della vicina Spagna. Un Paese che, pur essendo piccolo, si sta facendo notare sempre di più nel panorama vinicolo internazionale.
Cenni di storia della viticoltura portoghese
La storia della viticoltura in Portogallo si intreccia con quella più ampia della penisola Iberica. La coltivazione della vite fu introdotta dai Cartaginesi e poi ampliata dai Romani, che lasciarono un segno duraturo. Durante il periodo di dominazione moresca, la viticoltura conobbe un certo declino, ma non venne mai completamente abbandonata, soprattutto per motivi commerciali. Con il tempo, i rapporti lavorativi con l’Inghilterra portarono a una vera e propria espansione della produzione di vino. In particolare dei vini fortificati, con aggiunta di Brandy nel Porto e di Rum nel Madeira, prodotti ideali per le lunghe traversate marittime. È così che Porto e Madeira divennero i protagonisti dell’enologia portoghese, grazie anche alla posizione strategica dei siti produttivi. Madeira, infatti, si trova al largo dell’oceano Atlantico ed era un punto di sosta importante per le navi dirette verso il Nuovo Mondo, che caricavano il famoso vino fortificato prodotto sull’isola.
All’inizio del ‘900, la comparsa della fillossera causò un grave disastro in tutte le regioni viticole, rallentando la ripresa anche a causa dell’isolamento politico del Portogallo fino agli anni ’70 (con la fine del regime dittatoriale di António Salazar e Marcello Caetano nel ’74). Fu solo con l’ingresso del Paese nell’Unione Europea, nel 1986, che l’enologia portoghese ricevette nuovo impulso. Dagli anni ’90 in poi, il Portogallo ha dimostrato di avere grandi potenzialità nella produzione di vino, con Porto e Madeira che continuano a essere simboli di eccellenza.
Tuttavia, anche i vini fermi di stile classico stanno sorprendendo per la loro qualità, confermando il Portogallo come una terra di grandi vini in continua evoluzione.
Clima e ambiente: le chiavi del vino portoghese
Il Portogallo gode di un clima marittimo e temperato, perfetto per la coltivazione della vite. Anche se le sue zone viticole non sono così varie come quelle di Francia o Italia, il Paese presenta comunque paesaggi diversi: ci sono montagne, valli, pianure sabbiose lungo la costa e colline ricche di calcare. L’oceano Atlantico porta molte precipitazioni, un vantaggio per chi vuole ottenere rese elevate dai vigneti. Tuttavia, queste piogge possono anche rappresentare un rischio, favorendo attacchi fungini, soprattutto nelle zone meno ventilate.
Per garantire vini di qualità nelle aree fertili come la costa di Lisbona e la penisola di Setúbal, è importante limitare le rese attraverso una gestione attenta della chioma e una raccolta verde accurata. Le zone più riparate dell’interno, come il Transmontano e il Douro, sono invece ideali per vini di alta qualità. Qui il clima più secco e i suoli alluvionali creano un po’ di stress idrico alle viti, costringendole a sviluppare radici profonde e robuste, che contribuiscono alla qualità del vino.
I vitigni del Portogallo
In Portogallo si coltivano centinaia di vitigni autoctoni, e nella famosa regione del Douro, dove si produce il Porto, ci sono pendii scoscesi che rendono la coltivazione della vite quasi eroica: si stimano oltre 80 varietà diverse! La maggior parte di queste varietà è molto antica, risalenti ai tempi dei Fenici e dei Cartaginesi. Le varietà internazionali, come quelle di origine francese, non sono molto diffuse nel paese.
Per quanto riguarda le uve bianche, le più comuni sono: Alvarinho, Bual, Códega, Encruzado, Gouveio, Loureiro, Malvasia Fina, Pedernã, Rabigato, Sercial, Trajadura, Verdelho e Viosinho. Mentre tra le uve nere troviamo: Alfrocheiro Preto, Aragonez, Azal Tinto, Baga, Bastardo, Jaén, Periquita, Tinta Barroca, Tinta da Barca, Tinta Negra Mole, Tinta Roriz, Tinto Cão, Touriga Francesa, Touriga Nacional, Trincadeira Preto e Vinhao.
Le zone di produzione del vino portoghese
Anche se il Portogallo è famoso soprattutto per il Porto e il Madeira, ha anche sparse per il territorio una produzione di vini da tavola molto interessante. Uno dei più noti è il Vinho Verde, che si produce nella regione del Minho (zona Braga, a nord di Oporto) sia come bianco che come il meno conosciuto rosso. Il Vinho Verde sta tornando molto di moda grazie alla sua facilità di beva e a campagne di marketing efficaci.
La Valle del Douro
Ma vorrei parlare un po’ della regione del Douro, la più famosa in Portogallo e quella su cui mi desidero soffermare perché recentemente visitata. Questa valle si estende lungo il fiume Douro ed è famosa soprattutto perché qui si produce il celebre Porto. La regione si estende anche in Spagna, lungo lo stesso fiume. La coltivazione delle viti è molto impegnativa a causa delle pendenze ripide delle colline e i vigneti sono sistemati in terrazzamenti molto suggestivi e arditi.
NOTA TECNICA: il Porto si ottiene interrompendo la fermentazione a metà dell’opera, aggiungendo alcol etilico o brandy. Questo intervento dell’uomo ferma il processo della fermentazione e lascia una dolcezza residua, con circa il 10% di zuccheri e un grado alcolico di circa 20 gradi. La maturazione del vino, che avviene in botte o in bottiglia, influisce molto sullo stile finale del Porto.
Tipologie di Porto
NOTA TECNICA: provo a elencare le diverse tipologie di Porto e le caratteristiche di ciascuna, così come me le hanno spiegate e sono riportate nei testi di studio:
Porto rosso: sono prodotti con uve come Tinta Barroca, Tinta Roriz (che è anche conosciuta come Tempranillo), Tinto Cão, Touriga Francesa e Touriga Nacional.
- Ruby: è la tipologia più semplice e giovane, affinata in botte per due o tre anni. Ha un gusto fruttato e diretto. È fatto con le uve meno pregiate provenienti dalla parte meridionale del Douro.
- Tawny giovani: sono vini semplici e diretti, maturano in botte per due o tre anni.
- Tawny invecchiati: vengono lasciati maturare in botte fino a 30 anni, diventando vini di grande complessità e qualità.
- Vintage Character: sono assemblaggi di diverse annate e qualità, affinati in botte per quattro o sei anni.
- Late Bottled Vintage (LBV): maturano in botte da quattro a sei anni e sono vini interessanti e di buona qualità.
- Traditional Late Bottled Vintage: prodotti nelle migliori annate, maturano in botte per quattro anni e sono ideali per un lungo invecchiamento in bottiglia.
- Vintage: sono i più pregiati e costosi, prodotti solo in annate favorevoli, maturano in botte per due anni e vanno lasciati invecchiare in bottiglia almeno dieci anni. Sono considerati i più straordinari e si apprezzano al meglio dopo un lungo affinamento.
- Single Quinta Vintage: provengono da una specifica proprietà o Quinta, rendendoli ancora più esclusivi.
- Crusted Port: sono assemblaggi di vini di diverse annate, con l’età media indicata in etichetta.
- Garrafeira: sono Porto riserva, prodotti solo in annate favorevoli, maturano circa due anni in legno e poi in bottiglia senza limiti di tempo.
Porto bianchi: sono fatti con uve a bacca bianca come Códega, Gouveio, Malvasia Fina, Rabigato e Viosinho. Sono generalmente dolci, maturano brevemente in legno e sono molto meno diffusi rispetto ai rossi.
NON DI SOLO PORTO…
Nel Douro si producono vini rossi da tavola tra i migliori di tutto il Portogallo, anche nelle versioni Garrafeira (l’equivalente della nostra Riserva). I vitigni impiegati sono gli stessi utilizzati per il Porto. I vini che se ne ricavano sono robusti e corposi, complessi nell’aroma e nel gusto. Tuttavia in questa regione si producono anche vini rossi leggeri, fruttati e vini bianchi delicati con uve Gouvejo, Malvasia Fina e Viosinho.
Dio salvi il Portogallo!