Festival della Bellezza e super Sgarbi show a Verona

“Sono emozionato di essere a Verona. Piove e non ho le calze. Ho anche cercato di sedurre una giornalista. Poi ci ho provato con un’altra ragazza, perché non avevo molto tempo. Infine ho rimproverato il vostro sindaco. Ed ero sul punto di non venirci più a Verona, visto che l’ultima volta che sono stato qui a cena con il direttore artistico del festival sono stato insultato ripetutamente da un uomo malcontento piombato al nostro tavolo, un artista, credo, che quasi menavo quando mi sono accorto che non stava scherzando. E visto anche che il vostro sindaco si è dimenticato di firmare il mio appello per bloccare i dissennati lavori di ampliamento di Palazzo Diamanti a Ferrara, la mia città”. Provocatore, irriverente, col sorriso contagioso sulle labbra, così ha esordito Vittorio Sgarbi alla presentazione in anteprima nazionale del suo nuovo spettacolo Raffaello. Il sindaco Federico Sboarina si è difeso con un largo sorriso: “Ecco, sono mesi che sto pagando per questa cosa.”. “Ma alla fine il vostro sindaco mi è simpatico, lo perdono. E poi ha un cognome così evocativo…” riprende il critico d’arte, come un fiume in piena corsa tra l’entusiasmo stupefatto dei partecipanti. Ma torniamo per un attimo all’antefatto, torniamo al Festival della Bellezza, al motivo per cui Sgarbi era a Verona nella Sala degli Arazzi del Comune ovvero a presentare il suo spettacolo in debutto il 5 giugno prossimo nel cuore della rassegna in questione.

La 6^ edizione del Festival della Bellezza si svolge quest’anno dal 28 maggio al 16 giugno. Sempre più ricca di date e contenuti, la rassegna supera per la prima volta le mura di Verona con tre serate: al Teatro Olimpico di Vicenza, al Teatro Bibiena di Mantova e al Teatro Vittoriale a Gardone Riviera, va in scena Philippe Daverio in veste di Ambasciatore della Bellezza. Sono in tutto 29 gli appuntamenti sul tema l’Anima e le Forme, con grandi protagonisti dell’arte e della cultura. Il motivo ricorrente che lega gli eventi di quest’anno è l’indagine sulla rappresentazione artistica dello spirito nelle sue varie espressioni: la musica, la letteratura, la filosofia, la pittura, il teatro, il cinema. L’Anima e le Forme è il tema scelto per la VI edizione, con riferimento all’omonimo testo di George Lukàcs sulle forme del rapporto tra uomo e assoluto. Poco prima dell’arrivo del pirotecnico ospite, il programma era stato presentato dal sindaco, dall’Assessore alla Cultura e dagli organizzatori dell’associazione IDEM Alcide Marchioro ed Alessandra Zecchini.

“Un festival che parla di bellezza non poteva che svolgersi a Verona. L’idea dell’amministrazione è quella di investire ancora di più e fare crescere questo Festival della Bellezza, vera priorità per noi” aveva fatto in tempo a dire il sindaco. E che si tratti di un progetto vincente, nei prossimi giorni si attendono oltre 50.000 presenze, cresciuto negli anni in fatto di pubblico e gradimento facendone uno tra i migliori festival della cultura italiana, lo avevo intuito anch’io, per la prima volta tra gli invidiabili main sponsor della manifestazione. L’arrivo di Sgarbi ha invece creato talmente trambusto che il mio intervento è passato inosservato, come pure quello del mio successivo collega di sponsorizzazione.

E come non lasciare spazio alla sfrontatezza e al gusto per la provocazione del critico d’arte più criticato d’Italia? Vittorio Sgarbi ha preso in giro davvero tutti, punzecchiando con un sarcasmo incontenibile Salvini e il suo rosario, Di Maio e il movimento 5 stelle con la loro antipolitica, l’appannamento di Berlusconi. Dopo qualche minuto di straordinario show, lo special guest della conferenza stampa ci rivela finalmente il suo nuovo spettacolo dedicato alle grandi personalità dell’arte. Dopo essersi di recente dedicato al “fannullone” Leonardo, ecco il nuovo evento su Raffaello, che cade nel V centenario della sua morte. Sgarbi ci descrive in venti minuti di epica narrazione la sua visione di racconto della vita di un artista complesso, per il quale la pittura è logica, pensiero, filosofia. L’idea è quella di raccontare, con musica e scenografie, con immagini, concetti e idee, la consacrazione di Raffaello come pittore del bello ideale. “Nell’affresco La Scuola di Atene, nelle stanze Vaticane, l’artista dipinse un tempio che non è quello della chiesa, ma è il tempio della bellezza, dell’Occidente, della conoscenza: è esattamente il manifesto del festival”. Gli applausi seguiti all’intervento dell’opinionista e politico ferrarese non devono però offuscare il resto del palinsesto presentato. Oltre ai critici d’arte citati, tra Teatro Romano, Teatro Filarmonico e Giardino Giusti, fra pochi giorni si alterneranno a Verona importanti scrittori, giornalisti, attori, musicisti, filosofi, cantanti. Alcuni nomi: Laura Morante, Patti Smith, Morgan, Paola Turci, Vinicio Capossela, Massimo Cacciari, Umberto Galimberti, Alessandro Piperno, Marco Ongaro. Il Festival chiuderà il 26 agosto in Arena, con Sergei Polunin e la prima mondiale del balletto Romeo & Giulietta.

“Credo nella Chiesa, meno in Dio. La chiesa c’è da più di 2000 anni.” “Il nostro Dio è stato talmente efficace che è sceso in mezzo a noi per stare con noi, non come nell’ebraismo o nell’islamismo dove Dio è lontano dall’uomo”. Le parole di Sgarbi mi suonano ancora nelle orecchie e allora mi decido. Giusto il tempo per pensarci e mi metto alla caccia di Vittorio. Lo seguo fino all’androne del Comune, dove sta concedendo un’intervista a una attraente giornalista (sedotto o seduttore?) e firmando un autografo su un suo libro a un meno attraente dipendente comunale. “Magari mi ci manda, magari no. Mi sembra di buon umore e lo vedo vicino a Dio.” mi sussurro. Non ci si stancherebbe mai di ascoltarlo, è davvero il numero uno. Cincischia, parlotta, bacia tutte le donne. Poi lui avverte la mia presenza e attende. Gli chiedo una foto assieme, mi abbraccia gentile: “Ma tu sei quello di prima,” mi dice “non si capiva un cazzo quando parlavi.”.

Mi sento Calimero o forse Fantozzi. Testa piccola e rasata io, capello fluente e sguardo imperiale lui. Rimedio una foto assieme, strappo una mini intervista per il mio blog e mi sottometto a una inevitabile presa per il culo per la voce ammorbata (accidenti all’influenza tardiva). E come non stare al suo gioco? Grazie professor Sgarbi, lei è unico.

Per leggere le risposte che Vittorio Sgarbi mi ha dato durante l’intervista,  visita la mia Hall of Fame.

Se invece vuoi vedere l’intervista video, visita la mia Gallery.

Per tutto il programma del Festival della Bellezza, visita il sito della manifestazione.

“CZ: professor Sgarbi, quali sono gli errori ricorrenti che riscontra negli scritti che riceve?

 

VS: ormai di scritti ne ricevo pochi. Come prevale sulla scrittura tradizionale quella degli sms e dei WhatsApp, lì c’è una velocità che migliora la scrittura invece di peggiorarla, nel senso che scrivendo di meno c’è più sintesi. Il paradosso per cui la fine della scrittura genera una scrittura alternativa. Però, a parte gli errori manuali, la punteggiatura è perfetta, le virgole… tutto giusto. Ci sono dei messaggi che sono perfetti nel testo grammaticale. Quindi questa è l’unica cosa che posso dire che mi ha colpito abbastanza rispetto a lettere in cui c’è invece la retorica, la ripetizione.

 

CZ: le lettere sono prolisse…

 

VS: la lettera favorisce l’allungamento, invece SMS e WhatsApp la brevità e quindi la sintesi: che è una delle cose più importanti per la scrittura.”

 

 

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Sono imprenditore nel settore metalmeccanico per la ristorazione professionale e da oltre trent’anni seguo l’omonima azienda di famiglia, riferimento industriale del Made in Italy dal 1952. Leggi tutto

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