I nomi dei destinatari nelle e-mail: 3 regole fondamentali da osservare

Parliamo di come una semplice cosa, quale un nome sbagliato, può mandare tutto all’aria. Galateo e buon senso ci vengono in aiuto, suggerendoci di non inserire mai nomi errati di persone in uno scritto. Questo tema è importante non solo per le e-mail. Pensiamo alle lettere commerciali, alle relazioni, ai documenti aziendali. 

  • Diminutivi e soprannomi: se incontriamo un nome che viene spesso abbreviato per la sua lunghezza, Elisabetta per esempio, non dobbiamo dedurre automaticamente che questa specifica persona sia solita abbreviarlo. NON usare Betty, a meno che non abbiamo la prova concreta che la persona usi Betty. Questa prova può provenire dalla parte inferiore della e-mail, se la persona si firma come Betty, oppure dai suoi ripetuti messaggi vocali che cominciano con “Ciao, sono Betty.”

Una volta saputo che il destinatario preferisce il diminutivo o un qualsiasi soprannome, allora usiamo quella versione del nome. Come promemoria, salvare questa informazione nel proprio software di gestione dei contatti.

  • Pronuncia (spelling): fare un attento controllo dei nomi inusuali e poco familiari. Richiedere lo spelling ovvero la pronuncia lenta e staccata delle singole lettere di un nome, perennemente scritto in modo errato, ci farà ottenere una buona impressione. Un esempio vissuto: ho visto il corretto cognome Robiglio diventare Roviglio, talvolta Rubiglio e addirittura Rubino.
  • Titoli e genere: il termine titolo fa riferimento a quanto anteponiamo prima del nome di una persona. Nella corrispondenza commerciale non emerge tanto quanto in passato, ma se vogliamo scrivere in modo formale, usiamo il titolo che la persona preferisce, sempre in forma estesa ed evitando il vetusto maiuscolo di cortesia (a meno che non si scriva al Santo Padre). Alcuni esempi: dottore, professoressa, avvocato, signora, signor(e) e così via. Se una persona richiede specificamente di rivolgersi a lei con signora o signore occorre soddisfare la sua richiesta (speriamo non esiga anche la prima lettera maiuscola). Se non conosciamo la preferenza del nostro interlocutore e il solo nome proprio ci sembra troppo informale, allora valutiamo di usare il nome e il cognome insieme. Suona un po’ strano, ma meglio che inventarsi un titolo e per giunta sbagliato:

Gentile Sebastiano Rossi,

Non scrivere in minuscolo i nomi dei destinatari. 

Il tasto delle lettere maiuscole è comodo e ben visibile nella nostra tastiera.

MAI 

Ciao sebastiano oppure Ciao seba 

 

Acquista ora il mio libro: https://amzn.to/3j5djwG.

Prev post: MEGLIO AMLETO O HARRY POTTER?Next post: Il pandemico corona (di Ogatrac Oize e Odnarbaihc Oruam)

Related posts

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Sono imprenditore nel settore metalmeccanico per la ristorazione professionale e da oltre trent’anni seguo l’omonima azienda di famiglia, riferimento industriale del Made in Italy dal 1952. Leggi tutto

Ultimi articoli