Intervista al pluricampione mondiale di pizza Federico De Silvestri

Non avrei mai pensato di vincere dei titoli mondiali. Ora mi piacerebbe aprire un locale all’estero, tipo a New York o a Los Angeles. (Federico De Silvestri)

Ho fatto visita al pluricampione mondiale di pizza Federico De Silvestri, nuovamente in partenza per l’International Pizza Challenge di Las Vegas.  

D: Federico, da cosa è nato questo amore per il mondo della pizza? 

R: Per passione. Io sono perito elettronico, ma mi è sempre piaciuta la pizza. Nel 2008 ho frequentato la scuola, la prima scuola italiana pizzaioli dove ho appreso le basi. La sera, finito il lavoro, andavo a sfacchinare gratis nelle varie pizzerie. L’ho fatto per diversi anni fino a quando nel 2011 ho aperto la mia prima pizzeria in Liguria, non a Verona. 

Sono originario di Verona, ma dopo 20 anni ho voluto staccare la spina e dopo tre anni e mezzo trascorsi in Liguria sono ritornato, aprendo un locale più grande perché con mia moglie volevamo ingrandirci. E ci siamo specializzati nel settore pizza: classica, in pala, senza glutine e focacce.

D: Quindi l’amore per l’elettronica non è mai decollato?

R: L’amore per l’elettronica c’è sempre, ma ora l’amore per la pizza è più grande. Non mi sarei mai aspettato di avere tanto successo in questi anni.

D: E l’amore per le gare quando è nato? 

R: Sono sempre stato una persona competitiva. Fino ai 19 anni facevo anche gare di sci ed ero nella squadra agonistica. La competizione mi è sempre piaciuta, di conseguenza anche le gare della pizza. Mi piacciono le gare soprattutto per vedere gli altri e imparare dai propri errori, perché tante volte si commettono degli errori che la volta dopo o l’anno dopo si cerca di non fare o di non ripetere. Tutti questi accorgimenti e attenzioni, uniti alla mia passione, mi hanno portato ad avere dei buoni risultati.

D: Quindi è molto bello il fatto di competere per emergere, ma anche per migliorare se stessi? 

R: Sono dell’idea che si impara sempre dagli altri, da chi più e da chi meno. Se uno vuole si porta a casa un bel bagaglio di esperienza e mi riferisco a tutti i settori non solo nel mondo pizza. Io parlo in questo momento della pizza perché è la mia passione, però ci sono persone che tante volte tendono a sopravvalutarsi e sbagliano. 

L’errore li porta a voler far vedere chissà cosa e a strafare, perché manca quella parte di umiltà che li potrebbe far diventare dei campioni. Non dico di essere una persona umile, lo diranno gli altri, però sono una persona che va d’accordo con tutti quanti indipendentemente dalla zona o dalla regione.   

D: E quali sono gli allori che ti ricordi con più piacere?

R: Il mio primo campionato al mondo, dove ho vinto 5 titoli mondiali. Era il 2016. Ricordo con piacere anche il mio primo grande e inaspettato traguardo di vicecampione europeo, a Milano nel 2013. E naturalmente l’ultima vittoria di Las Vegas 2019. È stata una esperienza fantastica!

D: Ero presente anch’io!

R: Eravamo là insieme, infatti, mi ha fatto un grandissimo piacere. È stata proprio l’apoteosi, perché c’era il pubblico. La gente che mi veniva vicino e che tifava per me anche se non sapeva neppure da dove arrivavo. Al Pizza Challenge Expo di Las Vegas apprezzano molto la voglia di partecipare, indipendentemente dalla nazione da cui provieni loro tifano il migliore. 

D: Parliamo del tuo rapporto con la formazione. Spesso si parla di professionisti che tengono a nascondere le proprie ricette e a non rivelarle. Tu sei invece molto attento alla formazione nel campo delle scuole e quindi disponibile a condividere le conoscenze.

R: Io onestamente, come altre persone, preferisco condividere. Magari dei piccoli segreti li abbiamo tutti, non sono qui a dire di no, però secondo me tante persone pensano che condividere sia un obbligo.

Mi spiego meglio: io fortunatamente sono diventato popolare nel mondo della pizza e tutti i giorni ricevo telefonate, messaggi e richieste di ricette che do molto volentieri.  Mi piacerebbe, però, che almeno prima si presentassero o che mi dicessero “buongiorno” quanto meno per educazione. Siamo arrivati a un punto che una volta prima ti conoscevano e poi ti chiedevano, adesso invece pretendono la tua disponibilità senza magari prima chiedertela.

D: Allora siamo giunti al momento di scrivere un libro, collegandomi al tuo desiderio di insegnare e condividere?

R: Sarebbe bello. Non mi considero uno scrittore, ma ne avrei di cose da dire. 

D: Un libro delle tue ricette, delle tue esperienze.

R: Esperienze, soprattutto ricette e anche progetti futuri. Mi piacerebbe anche parlare di cosa ho passato in questi anni, perché adesso sembra tutto rose e fiori, ma ho avuto anche dei momenti in cui contavo il centesimo per farmi conoscere, acquistare i prodotti, per le spese. E poi parlare del tempo tolto alla famiglia, si sacrifica gran parte della vita in questo mondo. Siamo aperti la domenica, durante le feste. Per noi la domenica è forse il lunedì, se abbiamo qualche lunedì di riposo. 

D: E se avessi un po’ più di tempo libero per te cosa ti piacerebbe fare?

R: Beh… intanto un po’ più di tempo per la famiglia. Come dicevo mi sono accorto di aver forse lasciato passare troppo velocemente gli anni. Senza che me ne accorgessi mi sono ritrovato i figli a compiere già 16 e 18 anni. E poi vivere un po’ di più. Avere un paio di ore al giorno da dedicare a me, a uno sport. Sì, io ho fatto tantissimi sport: dallo sci al tennis, dalla pallavolo alla pallacanestro e poi il nuoto. Adesso mi piace tantissimo il golf perché ti rilassa, cammini e sei sempre all’aria aperta. Un bellissimo sport secondo me.

D: Ti faccio un’ultimissima domanda. Dove vuole ancora arrivare Federico De Silvestri?

R: Posso dire di aver realizzato tutti i miei sogni, anche quelli inaspettati come diventare istruttore, tra i 25 master istruttori della più prestigiosa scuola al mondo di pizza!

Non avrei mai pensato di vincere titoli mondiali, compreso quello di Las Vegas che per me è stato proprio il massimo. Sono riuscito a rendere famoso il mio nome anche oltreoceano.

Ora mi piacerebbe aprire un locale o anche più locali all’estero, tipo a New York o a Los Angeles. 

D: A presto per una pizza a New York?

R: Vorrei trovare una persona che collabori con me. All’estero ci vuole comunque un appoggio, anche economico. Poter andare e stare lì fino a che l’attività non parte. Sono sicuro accadrà. Le proposte le ho avute, ma ci vuole sempre quel pizzico di coraggio nel dire: ok facciamolo!

D: E un grande in bocca al lupo per la prossima esaltante sfida di marzo all’International Pizza Challenge di Las Vegas.

R: Ho accettato con piacere l’invito degli organizzatori, pronto a raccogliere la sfida. Avanti tutta!

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Sono imprenditore nel settore metalmeccanico per la ristorazione professionale e da oltre trent’anni seguo l’omonima azienda di famiglia, riferimento industriale del Made in Italy dal 1952. Leggi tutto

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