Siamo a Valencia. Questa volta non in una bella libreria, nemmeno in una biblioteca dalle particolarità appetibili per un non valenciano. Ciò che mi ha affascinato del posto è forse questo. Io che cosa ci facevo lì?
La cortese visita offerta dalla struttura mi ha introdotto gradualmente a darmi la risposta. Una gentile guida italiana, residente in città da cinque anni, mi ha permesso di visitare quasi tutta la struttura, peraltro in fase preparatoria per un concerto serale. Discreta la presenza costante di alcune guardie giurate.
La Biblioteca pubblica Nicolau Primitiu, sorta dal retaggio dello storico Nicolau Primitiu-Gómez-Serrano (1877-1971), è la testa del sistema bibliotecario valenciano, centro superiore bibliotecario e deposito bibliografico di riferimento del Governo autonomo della Comunità Valenciana. Si occupa di riunire, conservare, organizzare e diffondere le opere editate nella Comunità Valenciana da autori valenciani o che abbiano scritto in merito alla Comunità stessa, la sua cultura e la sua lingua.
Tutte le opere donate dagli eredi di Nicolau Primitiu sono confluite qui, nell’austero Monastero di San Miguel de Los Reyes, divenuto anche durissimo carcere in epoca franchista, fondato in origine dai viceré di Valencia Germana De Foix e Fernando d’Aragona, duca di Calabria, suo terzo marito, con il proposito che albergasse il panteon di famiglia.
Leggero no?
La Biblioteca Valenciana dispone orgogliosamente di più di un milione di documenti. Tra questi: manoscritti dal secolo XV al XXI, materiali fotografici e cartografici, moderni supporti ottici. “La Biblioteca de todos los valencianos”.
Le sensazioni opprimenti, mitigate dalla bellezza del chiostro esterno illuminato da uno splendido e rigenerante sole tardo primaverile, non mi hanno precluso la risposta che cercavo: condividere l’orgoglio valenciano con chi, incauto e ignaro ma nativo DOCG, mi accompagnava. Viva Valencia, viva i valenciani.
Comments
Nicté
Un posto che devo e vorrei conoscere.
Cristiano Zanolli
to Nicté
Grazie, Sac!