AVIGNONE – GLI ANTIPAPI O LO CHÂTEAUNEUF DU PAPE?

Ad Avignone si è da poco conclusa la convention del gruppo francese GIF. Tre giorni di fiera, riunioni, cene spettacolo, che hanno mosso un migliaio di persone da vari paesi europei.Avignone è conosciuta come antica città papale e la “cattività avignonese”, nella storia della Chiesa cattolica e del papato, indica il trasferimento della sede papale da Roma ad Avignone. Dal 1309 al 1377.In totale sette papi e due antipapi dello Scisma d’Occidente governarono sul seggio cittadino. Iniziò Clemente V, francese di origine, a risiedere nel castello chiamato “Palazzo dei Papi”, che fu con il tempo ampliato dai vari pontefici fino all’ultimo antipapa Benedetto XIII.«La vocazione turistica di questa città», sostengono gli organizzatori dell’evento GIF, «si è sviluppata soprattutto dopo la creazione del festival teatrale nel 1948».Tuttavia la bellezza di tutta la sua architettura, i tesori UNESCO, i ristoranti gourmet, le vicine zone vitivinicole del prestigioso Châteauneuf-du-Pape AOC fanno di Avignone e dintorni una meta idealmente imperdibile per chi vuol visitare la Francia.Non tutti sanno che il nome del sopracitato comune francese, eponimo del vino, ha origine nel XIV secolo, quando l’avignonese Papa Giovanni XXII decise che il piccolo villaggio sarebbe stato un bel posto dove vivere e ci fece costruire un castello, di cui oggi rimane solo una piccola parte. In compenso nella regione del Vaucluse, a livello pedoclimatico particolarmente votata alla viticoltura, si sviluppò molto più tardi la nobile arte di fare vino di qualità sino allo sviluppo del sistema “Appellation d’origine contrôlée” (AOC) che definiva l’area da cui si poteva selezionare l’uva. Attenzione, Châteauneuf-du-Pape non solo prima AOC francese, bensì prima AOC del mondo. Un vino caldo e importante i cui descrittori più ricorrenti, nella più conosciuta “versione in rosso”, sono i frutti rossi e neri maturi, le morbide spezie, le note erbacee talvolta terrose. Un vino che può essere prodotto da ben 18 vitigni, in primis: Grenache, Sirah, Mourvèdre. Da provare la “versione in bianco” dalle ampie e complesse note olfattive di frutta tropicale e da altrettante note floreali di rosa e gelsomino, entrambe regalate dai vitigni: Grenache Blanc, Bourboulenc, Clairette, Roussanne.Guarda il mio video per saperne di più.

 
 
 
 
 
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Sono imprenditore nel settore metalmeccanico per la ristorazione professionale e da oltre trent’anni seguo l’omonima azienda di famiglia, riferimento industriale del Made in Italy dal 1952. Leggi tutto

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