Attualmente tutti siamo scrittori della rete o scrittori presi nella rete. Già, perché siti, brochure o comunicati stampa vengono scritti da pochi, mentre le e-mail le scriviamo proprio tutti. Con la posta elettronica, talvolta anche con i social, siamo in grado di trasmettere molto più della classica lettera: foto, diagrammi e tabelle, filmati e musica.
Pensare al cartaceo come qualcosa di vecchio e superato non è giusto, tuttavia la nostra vita è cambiata, anche se questo potente strumento può nascondere delle insidie. Bastano una parola fuori posto, un po’ di fretta o una punteggiatura inesatta a ingenerare equivoci, rovinando rapporti di lavoro e buoni contatti o a far finire il nostro testo direttamente nel cestino. Oggi comunicazione e attività si svolgono soprattutto in rete. Prima di incontrare i nostri interlocutori, ammesso che ciò accada, possono passare anni. Perciò vale la pena di sforzarsi a usare bene lo strumento e-mail.
Aggettivi e avverbi
Vale la solita regola del non abusare di aggettivi e avverbi. Se li usiamo, è solo per dare informazioni credibili e non per allungare il discorso.
Esempio:
Egregio dottore,
è perfettamente inutile che lei chiami a rapporto l’addetta all’ufficio vendite. Sarebbe molto positivo, invece, fissare l’incontro mensile di verifica.
Se è inutile, non serve aggiungere l’avverbio che appesantisce la frase. Positivo non perde peso se rimane solo e l’incontro si fissa anche senza l’avverbio avversativo.
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