“L’esistenza non è concepibile priva di Eros” (Alessandra Zecchini)
Alessandra Zecchini è manager musicale, autrice di saggi e promotrice di conferenze sulla storia della musica. Da anni coordina l’organizzazione di eventi culturali tra cui il magnifico Festival della Bellezza, probabilmente il più importante festival culturale oggi in Italia. L’edizione 2020 ha un tema intrigante, ambizioso: Eros e Bellezza. L’elenco dei talentuosi ospiti è molto lungo e non si vuol far torto a nessuno citandone solo alcuni. Scrittori e musicisti di successo, critici d’arte e di letteratura di fama internazionale e poi ancora filosofi, registi, attori teatrali di invidiabile livello.
cz Alessandra Zecchini, l’edizione del Festival della Bellezza 2020 sembra stregata. Eppure, le premesse erano tra le migliori. Quasi 40 eventi tra fine maggio e metà giugno a Verona e dintorni con ospiti nazionali e internazionali formidabili, per non parlare degli appuntamenti extra Verona di giugno e luglio.
AZ Sì 2020 anno sconvolgente, ma cerchiamo di uscire da questi mesi drammatici. Il periodo del Festival è spostato a fine estate, tra agosto e settembre; il format degli appuntamenti è molto flessibile e si adatta anche alle nuove condizioni. Oltre al Teatro Romano in una versione particolare, stiamo lavorando per portare il Festival in altri spazi, simboli dell’arte e della cultura cittadina. Il tema proposto in questa settima edizione riguarda la propensione verso la bellezza come passione che sprigiona una forza dirompente e vitale. Purtroppo data la situazione abbiamo dovuto rimandare al prossimo anno gli appuntamenti con gli ospiti internazionali che hanno comunque già confermato la partecipazione. Grazie alla collaborazione dei nostri partner contiamo di realizzare un’edizione speciale, il cui cuore rimane lo spettacolo dal vivo, però in considerazione delle capienze ridotte abbiamo pensato di affiancare anche dirette streaming di tutti gli eventi con riprese di qualità per cercare di trasmettere a chi non può assistere di persona il pathos degli speciali contesti. Dopo gli appuntamenti a Verona andremo in altre città dando l’opportunità al pubblico di ascoltare riflessioni legate a gioielli storico-architettonici come il Teatro Olimpico di Vicenza, il Teatro Bibiena di Mantova, il Palazzo della Ragione di Padova, il Vittoriale e luoghi particolari a Milano e Venezia. Ci ha fatto molto piacere ricevere pronta adesione da parte di tutti gli ospiti, felici di partecipare al nuovo progetto che probabilmente sarà in questo periodo una delle poche manifestazioni in Italia.
cz Ci sono cose sempre più irritanti da ascoltare: la natura che si riappropria degli spazi sottratti, l’aria non è stata mai così pulita, il cielo così azzurro, il traffico non ci ammorba e tutto ciò al tempo del Coronavirus. C’è molto di ipocrita in queste meraviglie, non trovi? Forse è un modo per esorcizzare altre paure come quella che la vita non tornerà come prima. Trovare che nel virus ci sia del bello, che ci proponga qualche virtù nascosta cozza con l’idea di base, il manifesto del vostro Festival. Alessandra, c’è ancora posto per la bellezza in questo mondo malato?
AZ Sono d’accordo sull’irritazione nel leggere e ascoltare tante dichiarazioni sugli impatti positivi della pandemia, mostrando una mancanza di lucidità nel valutare le ripercussioni devastanti del lockdown. Certamente c’è molto forte la paura per un oggetto definito come il virus, alla quale si affianca l’angoscia dell’incertezza e della perdita del proprio modo di vivere, chiusi in casa senza più contatti reali, impossibilitati a svolgere le proprie attività professionali, ad avere una vita sociale, in una parola costretti alla morte civile. Io voglio credere che presto si tornerà alla vita di prima, alla socialità, al divertimento e soprattutto alla fisicità delle emozioni senza le quali non possiamo vivere. Fondamentale è arrivare a superare l’idea che le altre persone siano un pericolo. Per rispondere alla tua domanda: sì, mille volte sì c’è bisogno come non mai di bellezza e soprattutto di cultura a riconoscere la bellezza nelle sue forme, anche le più insolite, nella natura come nell’arte. Keats scrive “La bellezza è verità, la verità bellezza”, inteso nel senso più profondo dell’opera d’arte come via verso la conoscenza e come segno che l’uomo lascia sulla terra.
cz Complottismo, dietrologie, interpretazioni visionarie con l’uomo schiavo del sistema in mano a una élite mondiale si contrappongono al consolidato quarto potere predominio delle più importanti TV e testate giornalistiche. Ognuno dice la propria e il giorno dopo l’esatto contrario. Se la bellezza può ancora vincere la bruttezza in cui l’umanità sembra precipitata, quale ruolo avrà questo Festival della Bellezza oggi e nel prossimo futuro?
AZ In questi mesi abbiamo sentito proclami e dichiarazioni divulgati come il Verbo, spesso contradditori e a volte smentiti dai fatti. La vicenda ha dimostrato quanto il mondo contemporaneo sia interconnesso e la nostra impreparazione a far fronte ad eventi inattesi, solo apparentemente lontani, a cui purtroppo a volte si sono accompagnate miopia, presunzione e misure irrazionali. Viviamo nell’epoca dei social che in questa fase hanno dimostrato di poter dare una pluralità di opinioni, forse eccessive, ma hanno permesso di integrare le informazioni del mainstream. Certo è incredibile come in pochi giorni ci siamo abituati a focalizzare la mente su un solo argomento: testimonianze di artisti, scrittori, intellettuali hanno confermato la difficoltà se non l’impossibilità di concentrarsi, bersagliati da migliaia di informazioni e, aggiungerei, affannati in cerca di risposte all’ansia dell’incertezza. La bruttezza di cui parli è associata a una visione cupa mentre dobbiamo evitare un meccanismo che generi povertà materiale e spirituale, deprivata della cultura del bello e della creatività. L’uomo ha bisogno di agire, muoversi, la creatività deriva dalla facoltà di immaginare e connettere le esperienze per creare qualcosa di nuovo, ha una componente direi tattile che il confinamento in casa riduce enormemente. Un aspetto triste è la disinvoltura con cui il settore culturale è stato confinato a categoria marginale, trascurando la necessità di progettare rapidamente una riapertura delle attività che ne compongono la multiforme galassia (mostre e musei, cinema, teatro, concerti, eventi di qualsiasi tipologia) oltre che per le oggettive complicazioni anche per la considerazione di relativa importanza. È forse mancata un’adeguata valutazione sulle ricadute non solo economiche ma anche psicologiche, non capisco come sia possibile operare una così netta separazione tra “sociale” e “culturale”. Con il Festival e in particolare con il tema di quest’anno (che si potrebbe riproporre tanto ampio e intrigante è il suo ambito) si parte alla ricerca della potenza dell’Eros come forma di conoscenza e della Bellezza come elemento fondante della nostra cultura, del nostro sentire, del nostro essere donne e uomini. Negli anni abbiamo cercato di dar voce alle diverse espressioni dalla letteratura alla filosofia, dalla musica all’arte, e continueremo a ricercare le infinite forme in cui gli elementi contenuti nel concetto di Bellezza si manifestano.
cz La bellezza condivisa con il dolore di questi giorni. “Sicuramente non possiamo vivere senza pane, ma anche esistere senza bellezza” ci suggerisce ancora oggi Dostoevskij.
AZ Difficile trovare bellezza nel dolore se non, per i credenti, come trasfigurazione della sofferenza di Cristo. Mi viene in mente al contrario l’incipit lucido e amaro di Diario di un dolore dello scrittore e teologo C.S. Lewis che apre il “taccuino”, come lo chiama lui, in cui raccoglie i pensieri dopo la morte dell’adorata moglie: “Nessuno mi aveva mai detto che il dolore assomiglia tanto alla paura”. Trovo che in questi mesi la bellezza è stata soprattutto in chi con abnegazione si è prodigato in prima linea per fronteggiare il pericolo dimostrando il senso più profondo della nobiltà umana. Riguardo la “nostra” bellezza, la grande frase che riporti di Dostoevskij illumina il senso della vita. Mi permetto di aggiungere che l’esistenza non è concepibile priva di Eros; ricordi come Leopardi in poche parole salda la bellezza all’amore? “Quando beltà splendea / negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi”.
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