Harry Potter e la Pietra Filosofale – Boh… con tutto quello che ci sarebbe da divorare, – mi ero detto quando lo vidi in cima alla lista dei libri da leggere per un corso di approfondimento – proprio questo mi doveva capitare?
Bello ricredersi.
E mi devo ricredere per una seconda volta, dopo aver letto Amleto che avevo conosciuto solo nella sua rappresentazione teatrale. Questo corso di approfondimento sembra benedetto e prezioso suggeritore di grandiose letture.
Ciò che mi ha affascinato di più di questa opera teatrale, a tratti di difficile comprensione nonostante l’aiuto dato dalle note di traduttore e editore, sono le domande che in continuazione Shakespeare pone al protagonista Amleto. Sembra che Amleto si renda conto di tutto, che abbia una visione completa della vita e dei suoi rapporti contrariamente agli altri personaggi presenti nell’opera, che della vita traggono sempre una visione parziale. Quale è il bene e quale è il male, la vita e le sue ragioni, il significato di Dio, la morte: ad Amleto sembra non sfuggire nulla di quanto accade intorno a lui.
Del resto, tutto l’Hamlet è una grande domanda. Tutti i personaggi si pongono questioni e vivono nell’incertezza. Per tutti c’è un mistero nella realtà degli avvenimenti. Ma Amleto è sopra tutti, perché delle domande è spesso soggetto e oggetto. Forse Amleto è proprio la rappresentazione dell’uomo moderno che continuamente si chiede il significato delle cose e di tutto ciò che lo circonda.
Ma lascio la conclusione al critico letterario Agostino Lombardo: In effetti il principio strutturale dell’opera è proprio questo: l’interrogarsi su di sé e sugli altri e sul mondo che fa Amleto, che fa ogni personaggio e che a sua volta fa il pubblico, parte integrante, com’è proprio del teatro, del discorso drammatico. […] Il dubbio di Amleto nasce dalla mancanza di certezze esistenziali e metafisiche del personaggio; questa è la nota che profondamente risuona nell’ “Essere o non essere” e che continua fino alla conclusione della tragedia. […] Ecco dunque perché Amleto doveva stare così imperiosamente al centro del dramma, doveva essere così intelligente e insieme onnipresente. Amleto è l’uomo moderno che dubita perché si pone delle domande.
E del resto, come si dubita in Harry Potter e la Pietra Filosofale! Quante domande si pongono Harry e i giovani maghetti, quante le loro ricerche? Perché come dice il potente mago Albus Silente: “Bisogna chiamare le cose con il loro nome, la paura del nome non fa altro che aumentare la paura della cosa stessa”. Ma attenzione al poco amletico e insidioso mago oscuro Voldemort: “Non esiste bene e male, esiste solo il potere… E quelli troppo deboli per averlo!”.
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